Dal cantiere all’economia circolare: il recupero degli inerti e il Decreto End of Waste 2024
Perché il recupero degli inerti è cruciale per l’ambiente
Il recupero degli inerti è oggi uno dei pilastri della transizione ecologica del settore edilizio. Ogni anno in Italia vengono prodotti milioni di tonnellate di rifiuti da costruzione e demolizione (C&D), ma grazie al riciclo dei materiali da demolizione – calcinacci, cemento, mattoni, asfalto e laterizi – è possibile ridurre drasticamente l’impatto ambientale complessivo del comparto. Il riutilizzo di questi materiali consente non solo di abbattere i rifiuti destinati alle discariche, ma anche di ridurre l’estrazione di risorse naturali e il consumo energetico legato alla produzione di nuove materie prime. Inoltre, la produzione di aggregati riciclati certificati porta benefici economici alle imprese, permettendo di contenere i costi di approvvigionamento e di sviluppare nuove linee di business legate alla sostenibilità.
Cos’è il recupero inerti e quali materiali coinvolge
I rifiuti inerti sono materiali che non subiscono trasformazioni chimiche o biologiche significative nel tempo e che, se gestiti correttamente, possono essere recuperati e riutilizzati in sicurezza. Tra questi troviamo cemento, ceramiche, conglomerati bituminosi, mattoni e materiali lapidei. Questi scarti, opportunamente trattati, si trasformano in materie prime secondarie (MPS) riutilizzabili in molteplici ambiti dell’edilizia moderna: dalla realizzazione di sottofondi stradali e pavimentazioni, alla produzione di nuovi calcestruzzi o prodotti prefabbricati. In questo modo, il recupero inerti diventa un tassello fondamentale dell’economia circolare edilizia, dove ogni materiale ha una seconda vita e l’obiettivo finale è quello di “chiudere il cerchio” della produzione e del consumo.
Come funziona un impianto di riciclo inerti
Un moderno impianto di riciclaggio inerti utilizza tecnologie sempre più avanzate per garantire efficienza, sicurezza e qualità del materiale riciclato. Il processo comincia con la demolizione selettiva, in cui i materiali vengono distinti e raccolti in base alla loro natura, riducendo le contaminazioni. Successivamente, i rifiuti vengono sottoposti a frantumazione e vagliatura, processi che permettono di ottenere granulometrie differenti a seconda dell’uso finale. Separatori magnetici estraggono i metalli, mentre sistemi di aspirazione e lavaggio rimuovono polveri e impurità. I materiali così ottenuti vengono sottoposti a controlli di laboratorio per verificare la conformità ai requisiti tecnici, trasformandosi in aggregati riciclati pronti all’uso in edilizia. Alcuni impianti, come quelli di nuova generazione proposti da aziende specializzate come Twin Srl, integrano anche sistemi di monitoraggio digitale e tracciabilità dei flussi per garantire massima trasparenza e conformità.
I vantaggi per ambiente e imprese
I benefici del riciclo degli inerti si estendono su più livelli: - Ambientali: riduzione dei rifiuti destinati alle discariche, minori emissioni di CO2 e minor consumo di suolo. Il riciclo contribuisce inoltre a limitare l’estrazione di ghiaie e sabbie naturali, preservando gli ecosistemi. - Economici: le imprese riducono i costi di approvvigionamento e di smaltimento, mentre possono valorizzare gli scarti trasformandoli in nuovi prodotti certificati e commerciabili. L’uso di aggregati riciclati certificati aumenta anche la competitività nelle gare pubbliche orientate alla sostenibilità. - Sociali: la promozione del recupero inerti favorisce la creazione di nuove professionalità nel campo del trattamento dei rifiuti edili e rafforza l’immagine delle aziende impegnate in pratiche sostenibili.
Il Decreto End of Waste 2024 (DM 127/2024): cosa cambia davvero
Il Decreto Inerti 2024 (DM 127/2024), noto anche come Decreto End of Waste, rappresenta una svolta nel panorama normativo italiano. Esso stabilisce in quali condizioni i materiali derivanti da costruzione e demolizione cessano di essere classificati come rifiuti e diventano prodotti riutilizzabili. Tra le novità più rilevanti: - Definizione aggiornata dei criteri di qualità per gli aggregati riciclati e dei limiti di contaminazione ammissibili.
- Introduzione di un sistema di tracciabilità digitale obbligatorio per gli impianti.
- Maggiore responsabilità per i gestori e obbligo di conservare i rapporti di prova e i certificati di conformità.
- Possibilità di ottenere incentivi e priorità negli appalti pubblici per chi utilizza materiali riciclati.
Questo decreto sostituisce il precedente DM 152/2022 e rafforza il principio della cessazione della qualifica di rifiuto (End of Waste), incoraggiando una filiera più sostenibile e trasparente.
Checklist per un riciclo inerti conforme e sostenibile
- Pianificare una demolizione selettiva separando i materiali per tipologia.
- Effettuare la caratterizzazione dei rifiuti secondo i codici EER.
- Conferire esclusivamente a impianti autorizzati con certificazioni ISO 14001 o EMAS.
- Eseguire analisi di conformità per garantire la qualità degli aggregati recuperati.
- Certificare le MPS in linea con la norma UNI EN 13242:2008.
- Tracciare e documentare tutte le fasi del processo come previsto dal DM 127/2024.
- Integrare sistemi di controllo interno per migliorare l’efficienza e ridurre sprechi.
Errori comuni
- Mancata separazione dei materiali alla fonte, che compromette la qualità del prodotto finale.
- Conferimento non conforme presso impianti non autorizzati.
- Assenza di test di laboratorio o controlli di qualità.
- Scarsa conoscenza della normativa aggiornata, in particolare dei limiti di contaminazione.
- Mancato sfruttamento degli incentivi economici legati al riutilizzo dei materiali riciclati.
Qualità e certificazione degli aggregati riciclati
Gli aggregati riciclati devono rispettare specifici parametri fisici e chimici per essere immessi sul mercato. Le norme UNI EN 12620 e UNI EN 13242 definiscono le caratteristiche per gli utilizzi strutturali e non strutturali, garantendo la sicurezza e la durabilità dei prodotti. Le analisi di laboratorio includono test su granulometria, contenuto di cloruri e solfati, e resistenza meccanica. Un materiale conforme viene accompagnato da una dichiarazione di prestazione (DoP) e da un certificato di conformità CE.
FAQ – Domande frequenti
Cos’è un materiale inerte?
È un rifiuto che non subisce trasformazioni fisiche o chimiche significative e che può essere recuperato e riutilizzato in sicurezza in nuovi cicli produttivi.
Cosa prevede il Decreto End of Waste 2024?
Stabilisce i criteri tecnici, i limiti di qualità e i metodi di controllo che consentono ai materiali provenienti da costruzione e demolizione di cessare di essere considerati rifiuti e diventare aggregati riciclati.
Gli aggregati riciclati sono sicuri per l’edilizia?
Sì, se certificati come materie prime secondarie (MPS) e conformi alle normative UNI. Sono impiegati in calcestruzzi, massicciate e sottofondi, offrendo prestazioni comparabili ai materiali naturali.
Quali vantaggi hanno le imprese che adottano il riciclo inerti?
Oltre ai benefici economici, migliorano la reputazione aziendale, accedono a incentivi pubblici e contribuiscono agli obiettivi di sostenibilità richiesti dai bandi pubblici e dalle certificazioni ambientali.
Il recupero degli inerti è un pilastro della transizione verso un’edilizia a impatto zero. L’attuazione del Decreto End of Waste 2024 rappresenta un’opportunità strategica per le imprese che desiderano innovare e operare nel rispetto dell’ambiente. Ogni tonnellata di materiale riciclato sottratta alla discarica è un passo avanti verso un modello produttivo più efficiente, sostenibile e circolare. Aziende come Twin Srl, specializzate nella progettazione e fornitura di impianti di frantumazione e riciclo inerti, svolgono un ruolo chiave in questa trasformazione, contribuendo a costruire infrastrutture più verdi e un futuro economico più responsabile.






